Alternanza scuola lavoro al liceo: come funziona

Per molto tempo, i licei sono stati visti come percorsi “puri”, quasi esclusivamente teorici, dedicati allo studio delle materie classiche o scientifiche, ma lontani dal mondo reale del lavoro.Oggi, però, questa visione sta cambiando.Anche chi frequenta il liceo classico, scientifico o linguistico ha la possibilità di fare esperienze più concrete, grazie all’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro, ora chiamata ufficialmente PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento. Ma a cosa serve davvero?Il PCTO non ha lo scopo di “insegnare un mestiere” come avviene negli istituti tecnici o professionali.Il suo obiettivo è molto più ampio e orientativo: permette ai ragazzi di mettere piede in una realtà lavorativa vera, di osservare come funziona un’organizzazione, di confrontarsi con persone adulte e con le dinamiche di un contesto professionale. Queste esperienze aiutano a sviluppare competenze trasversali fondamentali — come la comunicazione, il problem solving, il rispetto dei tempi e dei ruoli — che spesso non si apprendono sui libri, ma sono determinanti nella vita universitaria e lavorativa.Inoltre, il PCTO può accendere una curiosità, dare una direzione, aiutare uno studente a capire cosa gli piace davvero (e cosa no), magari anche a cambiare idea sul proprio futuro, con più consapevolezza. In sintesi, l’alternanza scuola-lavoro serve ad aprire gli occhi, a creare un ponte tra teoria e pratica, tra scuola e mondo esterno.Ed è uno strumento prezioso, soprattutto in un’età in cui le domande sul futuro iniziano a farsi serie. Cos’è l’alternanza scuola-lavoro nei licei? L’alternanza scuola-lavoro, oggi chiamata PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, è un’attività obbligatoria per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori, prevista dalla normativa italiana.Nel caso specifico dei licei, il monte ore richiesto è di almeno 90 ore da suddividere tra terzo, quarto e quinto anno, ma ciò che cambia rispetto agli istituti tecnici o professionali è il modo in cui viene svolta. Nei licei, infatti, l’obiettivo non è imparare un mestiere operativo, ma sviluppare competenze trasversali, conoscere contesti culturali e professionali e acquisire strumenti per orientarsi meglio nel mondo post-diploma.Per questo i percorsi sono più flessibili e adattati alla natura teorica e umanistica dei licei. Le attività possono includere: Quindi no, l’alternanza non serve a “fare un lavoro vero” nel senso classico.Serve piuttosto a fare esperienza del mondo reale, in un contesto protetto e formativo.È un modo per allenarsi al futuro: imparare a rispettare scadenze, confrontarsi con adulti, parlare in pubblico, gestire il proprio tempo, collaborare con gli altri.Tutte competenze fondamentali per qualunque strada si decida di intraprendere, universitaria o lavorativa che sia. In breve: il PCTO nei licei non è tempo sottratto allo studio, ma un’occasione per capire meglio chi sei, cosa ti piace e come ti relazioni con gli altri.Ed è questo che ti prepara davvero al futuro. A cosa serve davvero? All’inizio, molti studenti vedono l’alternanza scuola-lavoro (o PCTO) come un obbligo scolastico in più, un’attività da “sbrigare” tra lezioni e compiti.Capita spesso di sentirla definire una perdita di tempo.Ma la verità è che, se affrontata con il giusto atteggiamento, può trasformarsi in una vera e propria occasione di crescita personale e orientativa.Vediamo perché. 1. Ti confronti con il mondo reale Per la prima volta esci dall’ambiente scolastico e ti misuri con spazi, regole e dinamiche diverse: un ufficio, un’associazione, una redazione, un ente pubblico.Vedi come si lavora davvero, come si comunicano le informazioni, come si gestisce il tempo o un’attività concreta.Questo ti aiuta a superare l’astrattezza dei libri e dare un senso pratico a ciò che studi. 2. Sviluppi competenze trasversali (soft skill) Non si tratta solo di apprendere nozioni, ma di allenare abilità fondamentali per qualsiasi percorso futuro: comunicazione, lavoro in gruppo, problem solving, gestione autonoma dei compiti.Sono le soft skill di cui parlano tutti i recruiter, quelle che fanno davvero la differenza sul lavoro… e che nessun libro di testo insegna fino in fondo. 3. Scopri cosa ti piace (o non ti piace) Provare un’esperienza concreta ti aiuta a capire se un settore ti interessa davvero o se, invece, non fa per te.E questa consapevolezza vale oro, soprattutto prima di scegliere l’università o un percorso professionale.Meglio rendersene conto durante il liceo, che dopo una laurea presa “per sbaglio”. 4. Conosci realtà che non avevi mai considerato Il PCTO può farti scoprire profili professionali, aziende, ambienti di lavoro che prima non conoscevi nemmeno.E questo può accendere nuove passioni, aprire strade inattese o semplicemente ampliare il tuo orizzonte su ciò che potresti fare “da grande”. 5. Fai curriculum (sul serio) Anche se è un’attività scolastica, il PCTO può essere inserito nel tuo CV o nel profilo LinkedIn, soprattutto se hai svolto un compito specifico, partecipato a un progetto, collaborato con un team. Per chi è alla prima esperienza, questi dettagli contano più di quanto immagini e dimostrano che hai già iniziato a metterti in gioco. In sintesi: il valore dell’alternanza dipende anche da come la vivi.Se la prendi con passività, rimane un dovere.Ma se la affronti con curiosità e voglia di imparare, può diventare una delle prime vere esperienze formative della tua vita. Chi decide dove andrai? Nella maggior parte dei casi, è la scuola a decidere dove svolgerai il tuo percorso di PCTO, in base agli accordi che ha già con enti, aziende, istituzioni culturali o università.Questo permette di garantire esperienze sicure, organizzate e già testate, ma non significa che tu debba restare passivo o accettare tutto a occhi chiusi. Anzi, se hai un interesse specifico o un’idea chiara su ciò che vuoi fare, puoi (e dovresti!) proporre tu una realtà con cui ti piacerebbe collaborare — a patto che sia coerente con il tuo percorso scolastico e che venga approvata dalla scuola.Questa possibilità spesso non viene sfruttata abbastanza, ma può fare la differenza tra un’esperienza qualsiasi e un PCTO davvero utile e stimolante. Facciamo qualche esempio: In questo modo, il PCTO diventa non solo un obbligo da completare, ma una vera occasione per iniziare a esplorare il tuo futuro in modo attivo e concreto. Ricorda: più sei protagonista nella scelta, più l’esperienza sarà utile, personalizzata e in linea con i
Come affrontare un colloquio di lavoro con sicurezza

Hai inviato il tuo CV, ti hanno contattato via email o magari con una chiamata a sorpresa.. e ora ci sei: colloquio fissato.A questo punto è normale sentirsi attraversati da emozioni contrastanti: da un lato l’entusiasmo per l’occasione ricevuta, dall’altro ansia, insicurezza e mille domande in testa. Cosa mi chiederanno?Come faccio a non fare scena muta?Cosa dico se non ho esperienza? Fermati un attimo e respira: è tutto assolutamente normale.Il primo colloquio di lavoro è una tappa importante ma non impossibile, e con la giusta preparazione può trasformarsi in un momento di crescita — o addirittura nel punto di partenza della tua carriera. Questo articolo nasce proprio per questo: aiutarti a vivere il colloquio con consapevolezza e sicurezza, anche se sei agli inizi.Perché sì, anche se non hai ancora esperienze lavorative, puoi fare un’ottima impressione, mostrare il tuo potenziale e distinguerti dagli altri candidati.Il segreto sta nel sapere come prepararti, come comunicare e come raccontare te stesso nel modo giusto. Pronto? Iniziamo, passo dopo passo. 1. Informati sull’azienda Il colloquio di lavoro non è un’interrogazione a memoria, ma arrivare preparato fa tutta la differenza.Mostrare che sai qualcosa sull’azienda che ti sta incontrando dimostra rispetto, interesse e maturità professionale, anche se è la tua prima esperienza. Bastano 15 minuti di ricerca mirata sul sito ufficiale, sulla pagina LinkedIn o su Google per raccogliere informazioni utilissime: Con queste informazioni puoi personalizzare le tue risposte, collegando i tuoi punti di forza a ciò che l’azienda cerca.Ad esempio, dire: “Ho visto che lavorate molto con i giovani nel settore marketing digitale, un ambito che mi appassiona e in cui ho fatto un progetto universitario”vale molto di più di un generico “Mi interessa lavorare con voi”. Questa attenzione al contesto ti aiuta a uscire dal mucchio, a dimostrare che non stai mandando CV a caso e che hai davvero voglia di entrare in quella realtà.Ricorda: i recruiter cercano candidati motivati, non solo competenti.Far vedere che ti sei informato è il primo passo per farglielo capire. 2. Ripassa il tuo CV e prepara esempi Uno degli errori più comuni prima di un colloquio è pensare di non avere nulla da dire, soprattutto se non si ha ancora un’esperienza lavorativa “ufficiale”.Ma è un errore enorme.Ogni percorso formativo, ogni attività extra, ogni piccolo progetto racconta chi sei, come ragioni, come ti comporti in un contesto organizzato. Hai fatto una tesi?Partecipato a un laboratorio, a un’associazione, a un progetto scolastico, a un Erasmus, a uno stage anche breve? Sono tutte esperienze che parlano di te.Basta saperle leggere nel modo giusto e collegarle alle domande tipiche del colloquio. Prevedi domande come: A quel punto, invece di rispondere in modo astratto, usa esempi concreti:“Durante il laboratorio di marketing abbiamo simulato una campagna e io mi sono occupato della parte strategica. Ho scoperto di avere un’attitudine all’analisi.” In questo modo non stai semplicemente elencando delle qualità, le stai dimostrando, e questo è ciò che apprezzano i recruiter. Ripassare il tuo CV ti aiuta a non farti cogliere impreparato, a essere coerente quando racconti il tuo percorso e a trasformare ogni esperienza vissuta in un punto di forza.Ricorda: non è importante quanto hai fatto, ma come lo racconti. 3. Cura la prima impressione Nel mondo del lavoro, la prima impressione conta moltissimo.E no, non è un luogo comune: diversi studi dimostrano che i primi 30 secondi di un colloquio possono influenzare fortemente il giudizio finale.Per questo motivo, è fondamentale curare ogni dettaglio del tuo approccio, sia in presenza che online. Non serve indossare un completo elegante da cerimonia: l’obiettivo non è sembrare qualcun altro, ma mostrarsi ordinati, rispettosi e professionali.Abiti puliti, sobri e adeguati al contesto sono già un ottimo punto di partenza.Per i recruiter, sono segnali che comunicano serietà e attenzione. Se il colloquio avviene online (su Zoom, Meet o simili), ci sono alcune regole tecniche e di comportamento da seguire: Infine, non sottovalutare l’importanza delle parole e del tono.Un saluto educato, un sorriso e una formula gentile all’inizio e alla fine del colloquio trasmettono educazione, gratitudine e sicurezza. Potrebbe sembrare un dettaglio, ma la comunicazione non è fatta solo di contenuti: è fatta anche di gesti, atteggiamenti e modi di porsi.E curarli ti aiuterà a fare la differenza, soprattutto se sei alla tua prima esperienza. 4. Rispondi con sincerità (ma con strategia) Durante un colloquio di lavoro, soprattutto se è il primo, è probabile che ti vengano fatte domande su ambiti in cui non hai ancora esperienza diretta.È normale.E la tentazione di improvvisare una risposta o “gonfiare” ciò che hai fatto può essere forte. Ma attenzione: inventare non paga, e i recruiter se ne accorgono facilmente. La sincerità è sempre la scelta giusta, ma va accompagnata da consapevolezza e strategia.Dire semplicemente: ❌ “Non ho mai lavorato nel settore, quindi non saprei”ti mette subito in posizione difensiva e fa sembrare che tu non abbia nulla da offrire. Meglio una risposta del tipo: ✅ “Non ho ancora esperienza diretta, ma ho studiato molto il settore e mi piacerebbe iniziare da un ruolo in cui posso imparare sul campo.” Con questa formula dimostri onestà, ma anche intraprendenza e motivazione.E sono proprio queste le qualità che molti recruiter cercano in un giovane talento: curiosità, apertura all’apprendimento, voglia di mettersi in gioco. Inoltre, se hai delle lacune tecniche o pratiche, puoi compensarle con il tuo atteggiamento: mostrare interesse, raccontare come ti sei documentato, spiegare come affronti ciò che non conosci. Spesso chi assume non cerca solo competenze, ma potenziale da far crescere. Ricorda: essere trasparenti, ma orientati alla soluzione, è un segnale di maturità professionale anche quando si è agli inizi.E ti aiuterà a farti ricordare per le ragioni giuste. 5. Fatti trovare pronto alle domande classiche Anche se ogni colloquio è diverso, ci sono alcune domande che ritornano quasi sempre.E proprio perché sono ricorrenti, i recruiter si aspettano che tu ci abbia riflettuto prima.Arrivare impreparato su queste può farti sembrare superficiale o poco motivato, anche se non lo sei. Domande come: …non servono a metterti in difficoltà, ma a capire come ragioni, quali sono
Recruiting in LinkedIn: guida veloce per attrarre talenti

Secondo LinkedIn, oltre il 90% dei recruiter utilizza proprio questa piattaforma per cercare candidati da inserire in azienda.Questo dato ci dice una cosa molto semplice: se non sei su LinkedIn o se il tuo profilo è incompleto, stai già partendo in svantaggio rispetto a chi ha investito tempo nel curare la propria presenza online. Ma non basta esserci.I selezionatori sono abituati a scorrere velocemente decine di profili al giorno.Il loro occhio è allenato a riconoscere in pochi secondi chi merita un approfondimento e chi no.Se il tuo profilo non riesce a catturare l’attenzione in meno di un minuto, probabilmente verrà scartato prima ancora che tu possa raccontare qualcosa di te in un colloquio. Questo succede non perché tu non sia valido, ma perché il tuo profilo non comunica in modo efficace chi sei, cosa sai fare e che valore potresti portare.È una questione di strategia e presentazione.Ecco perché ogni dettaglio—dalla foto al titolo, dal riepilogo alle esperienze—deve essere pensato per impressionare fin da subito chi ti legge.In un mercato del lavoro competitivo, un buon profilo LinkedIn può essere il tuo miglior alleato per iniziare con il piede giusto. 1. Scatta (o carica) una foto professionale (5 secondi ben spesi) Potrà sembrare banale, ma la foto profilo è la prima cosa che un recruiter vede quando atterra sul tuo profilo LinkedIn.È il tuo biglietto da visita visivo, quello che comunica — in meno di un secondo — chi sei, quanto sei professionale e che tipo di impressione puoi lasciare. Secondo LinkedIn, i profili con una foto ricevono 21 volte più visualizzazioni rispetto a quelli senza.Questo significa che una semplice immagine può moltiplicare le tue possibilità di essere notato.Ma non basta caricare una foto a caso. Serve uno scatto nitido, in primo piano, con uno sfondo neutro e un’espressione naturale, meglio se accompagnata da un sorriso accogliente.Niente selfie, filtri da social o foto di gruppo ritagliate: il tuo volto deve essere al centro, chiaro e riconoscibile. Inoltre, la foto va aggiornata almeno ogni due anni. Perché? Perché devi essere riconoscibile anche dal vivo, se vieni contattato per un colloquio online o in presenza.Mostrare un’immagine coerente e attuale rafforza la tua credibilità e trasmette cura per i dettagli: due qualità che i recruiter notano eccome. Insomma, investire cinque minuti in una buona foto profilo non è tempo perso, ma il primo passo concreto per distinguerti tra migliaia di candidati. 2. Scrivi un titolo che “vende” (10 secondi strategici) Il titolo di LinkedIn — la riga subito sotto il tuo nome — è uno degli elementi più importanti del tuo profilo, anche se spesso viene sottovalutato.Non è solo una descrizione generica del tuo ruolo (“Studente” o “Neolaureato”), ma è il tuo messaggio di vendita, quello che dice in una manciata di parole chi sei, cosa sai fare e perché dovrebbero scegliere proprio te. Un buon formato da usare è:Ruolo | Skill chiave | Valore che offri Esempio: Junior Data Analyst | Python & SQL | Trasformo dati in insight utili Perché è così importante? Perché il titolo è indicizzato dal motore di ricerca interno di LinkedIn.Quando un recruiter cerca un profilo, utilizza filtri basati su parole chiave (es. “Data Analyst”, “Graphic Designer”, “Social Media”, ecc.).Se nel tuo titolo non compaiono queste keyword, il tuo profilo potrebbe non essere nemmeno mostrato nei risultati. Inoltre, un titolo efficace comunica subito il tuo potenziale e mostra che hai già chiaro cosa puoi offrire, anche se sei alle prime esperienze.È un piccolo spazio, ma ha un impatto enorme. Non sprecare questa occasione scrivendo “In cerca di lavoro” o “Studente universitario”: descrivi il ruolo che vuoi ricoprire, le competenze che hai e il valore che potresti portare in azienda.In soli 10 secondi, il tuo titolo può trasformarsi nella chiave che apre la porta a nuove opportunità. 3. Attiva la cornice “Open to Work” (5 secondi utilissimi) Se stai cercando lavoro, farlo sapere alle persone giuste è fondamentale. E su LinkedIn c’è uno strumento semplicissimo che può aiutarti subito: la funzione “Open to Work”.In pratica, segnali al sistema — e soprattutto ai recruiter — che sei disponibile a nuove opportunità. Puoi attivarla in due modi: con la cornice verde visibile a tutti (che mostra la scritta “Open to Work” sulla tua foto) oppure in modalità privata, visibile solo ai recruiter.Questa seconda opzione è perfetta se vuoi cercare lavoro senza dichiararlo pubblicamente, magari perché sei ancora impegnato in uno stage, in un progetto o semplicemente preferisci riservatezza. Il vantaggio?Il tuo profilo verrà incluso automaticamente nei filtri di ricerca dei selezionatori che stanno cercando candidati simili a te.È un modo veloce e intelligente per aumentare la visibilità senza fare nulla di invadente. In un mercato del lavoro competitivo, anche un dettaglio come questo può fare la differenza tra restare invisibile e comparire esattamente nel momento giusto davanti all’occhio del recruiter. 4. Rinnova la sezione “Info” (10 secondi ben spesi) La sezione “Info” del profilo LinkedIn è il tuo spazio per raccontarti con un tono più personale, diretto e umano.È qui che puoi fare la differenza, soprattutto se non hai ancora esperienze lavorative solide: in poche righe puoi mostrare motivazione, passione e consapevolezza delle tue competenze. Non iniziare con frasi generiche come “Sono un giovane laureato…”. Cattura subito l’attenzione con una frase-gancio che incuriosisca, come:“Curioso di sapere come trasformo i dati in soluzioni concrete?”Oppure:“Credi che un neolaureato non possa fare la differenza? Ti faccio cambiare idea.” Poi vai dritto al punto. In 3 o 4 frasi brevi racconta: Infine, chiudi con una call to action, semplice e diretta, tipo: 👉 “Scrivimi se cerchi un analista che faccia parlare i numeri.”👉 “Contattami se vuoi qualcuno che trasformi la creatività in risultati.” Ricorda: questa sezione è indicizzata, quindi integra con naturalezza la keyword “Recruiting in LinkedIn”.Ti aiuterà a farti trovare più facilmente dai selezionatori che usano la barra di ricerca per trovare profili adatti. In sintesi: la sezione Info non è un riassunto noioso del CV, ma il tuo pitch personale.E in 10 secondi può trasformare un profilo qualunque in una candidatura interessante. 5. Fissa
I 7 Settori in Crescita del 2025

Se ti sembra che il mercato del lavoro cambi più velocemente dell’algoritmo di TikTok… hai perfettamente ragione. Scopriamo assieme i 7 settori in crescita del 2025. Le tendenze che il mercato del lavoro 2025 ci raccontano un’accelerazione mai vista prima, dove alcune figure professionali stanno sparendo, mentre altre nascono oggi e domani saranno indispensabili. Secondo i dati ufficiali di Unioncamere e Anpal, nei prossimi tre anni quasi 4 assunzioni su 10 riguarderanno profili con una laurea o un diploma ITS in ambito STEM: cioè scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. Il punto? Le aziende li cercano… ma non li trovano. Si stima una carenza annua tra gli 8.000 e i 17.000 profili tecnici qualificati. Questo significa che c’è spazio.Tanto. Ecco perché parlare dei settori in crescita del 2025 è fondamentale: non è fantascienza, è un’opportunità concreta per chi oggi si sta formando o si sta orientando. Chi sceglie bene adesso, tra percorsi di studio e competenze da sviluppare, può davvero trovare lavoro in modo più rapido e soddisfacente. In poche parole: il 2025 non è lontano.È il tuo presente che costruisce quel futuro.E noi di Futuriamo siamo qui per aiutarti a scegliere la direzione giusta. I nostri “Magnifici Sette” (Settori in crescita, professioni richieste e cosa studiare per cavalcare l’onda del lavoro) Ok, ci siamo. Ti stai chiedendo “in che direzione mi conviene andare?”, magari perché hai appena finito gli studi, sei a metà di un percorso o semplicemente vuoi orientarti meglio. Qui sotto trovi la nostra personale lista dei 7 settori in crescita nel 2025, quelli dove stanno nascendo più opportunità di lavoro reali, con figure ricercate e (spoiler!) stipendi competitivi. E no, non servono sempre 5 anni di università: ci sono corsi brevi, ITS e bootcamp che possono portarti dritto al punto. Pronto? Partiamo. 1. Data & Intelligenza Artificiale Il mondo è pieno di dati.Ma pochissimi sanno cosa farne.Ecco perché ruoli come Data Analyst, Data Scientist e MLOps Engineer sono ormai richiestissimi. Il bello? Il volume dei dati raddoppia ogni 18 mesi. Questo significa che le aziende sono affamate di persone capaci di leggere quei dati e trasformarli in decisioni. Cosa puoi fare tu? Iscriverti a un bootcamp SQL, Python e Power BI, valutare un ITS Big Data o un master in Data Science. Le nuove professioni legate all’intelligenza artificiale sono tra le più future-proof in assoluto. 2. Cybersecurity Ogni 39 secondi in Italia un’azienda subisce un attacco informatico. Ti sembra esagerato? È la realtà. Per questo i cybersecurity analyst, ethical hacker e cloud security engineer sono diventati indispensabili. Se questo mondo ti intriga, inizia da una certificazione CompTIA o da un corso base di Ethical Hacking. Puoi poi approfondire con una laurea in Security & Privacy o seguire le nuove offerte formative digitali.Le professioni digitali emergenti si costruiscono anche così. 3. Green Jobs & Transizione Energetica Vuoi lavorare in un settore che ha un impatto positivo sul pianeta e che cresce anno dopo anno? Benvenuto nel mondo dei green jobs. Già oggi oltre 3 milioni di italiani lavorano in occupazioni verdi. E secondo il WEF, ci aspettano 78 milioni di nuovi posti di lavoro “green” nel prossimo decennio. Vuoi farne parte? Dai un’occhiata ai corsi ITS “Energia”, alle lauree in Ingegneria Ambientale o ai micro-corsi in Life Cycle Assessment. Ruoli come Energy Manager o Tecnico Fotovoltaico sono la nuova normalità. 4. Digital Health & Sanità 4.0 Il settore sanitario sta cambiando pelle. La salute diventa sempre più digitale e personalizzata. Il mercato della salute digitale varrà oltre 21 miliardi di euro entro il 2030, e già oggi si cercano Telemedicine Specialist, Health Data Manager e Clinical AI Developer. Vuoi inserirti in questo campo? Pensa a un corso ECM in telemedicina, una laurea sanitaria con focus digitale, o un master in Health AI. I lavori del futuro nel 2025 passano anche da qui. 5. Advanced Manufacturing & Robotica Qui parliamo di Industria 4.0, fabbriche intelligenti e robotica applicata.Le aziende cercano come l’aria ingegneri della robotica, tecnici IoT e specialisti di stampa 3D.Non serve essere un genio dei circuiti: puoi iniziare con un ITS sulla Fabbrica Digitale o specializzarti con corsi CAD, CAM e ROS. È uno dei settori con più opportunità di lavoro nei prossimi anni, soprattutto per chi ama la tecnologia applicata. 6. Turismo & Hospitality 4.0 Il turismo è tornato più forte di prima. E con lui, anche le nuove professioni dell’accoglienza digitale. Nel 2025 sono previsti oltre 430 mila occupati stagionali solo d’estate. Ma oggi non basta solo essere gentili: servono skill digitali, marketing, analisi e sostenibilità. Vuoi lavorare in hotel, tour operator o creare esperienze per viaggiatori? Punta su un ITS in Hospitality Management, certificazioni in digital marketing turistico e migliora le soft skill orientate al cliente. 7. Logistica & Supply Chain 4.0 Hai presente i pacchi che ordini online e ti arrivano in 24 ore? C’è dietro un intero mondo di automazione, gestione dati e tracciamento intelligente. La logistica 4.0 è uno dei settori in maggiore trasformazione: servono Warehouse Automation Specialist, Supply-Chain Analyst e Fleet Manager. Formati con un ITS Logistica 4.0, una laurea in Ingegneria Gestionale o corsi brevi su Digital Twin e automazione industriale. La transizione digitale nella logistica è solo all’inizio: puoi cavalcarla da protagonista. Le skill più richieste nel 2025 (spoiler: non sono solo tech) Se pensi che le competenze del futuro siano solo per chi sa programmare, ripensaci. Le aziende nel 2025 non cercano solo super-tecnici da laboratorio, ma professionisti completi, capaci di muoversi in un mondo interconnesso, digitale e (finalmente) più sostenibile. Vediamole insieme: Data literacy (anche se fai marketing) Non devi essere un Data Scientist, ma sapere leggere e interpretare i dati è ormai essenziale in ogni settore. Anche se lavori in marketing, turismo o risorse umane, capire un report, un funnel o un KPI è la chiave per prendere decisioni informate e parlare la stessa lingua del tuo team. È la differenza tra “mi sembra che vada bene” e “abbiamo aumentato del 12% il tasso di conversione”. Cyber-hygiene: il nuovo minimo sindacale Nel 2025, saper
Stress da ricerca lavoro e benessere psicologico

La fatica invisibile della ricerca di lavoro: stress, ansia e silenzi che pesano Sei lì, tazza di caffè in mano, aggiorni la casella mail ogni tre minuti.Niente.Nessuna risposta, solo il vuoto delle candidature inviate. È proprio in quei momenti di silenzio che si insinua uno dei nemici più subdoli di chi cerca lavoro: lo stress da ricerca occupazionale. Ogni annuncio letto e ogni candidatura inviata alimentano aspettative.Ma quando le risposte non arrivano, queste stesse aspettative si trasformano in frustrazione, insicurezza, senso di inadeguatezza. Non è solo una questione pratica: è un processo emotivamente drenante, che coinvolge la propria identità e il senso di valore personale. Non sei solo. I dati parlano chiaro: nel 2024, oltre 16 milioni di italiani hanno dichiarato di aver vissuto disturbi psicologici di media o grave entità, e l’ansia legata all’incertezza lavorativa è in cima alla lista. In particolare, chi è disoccupato o in cerca di lavoro per lunghi periodi è esposto a un rischio maggiore di sviluppare sintomi depressivi, insonnia e calo dell’autostima. Il problema è sistemico, ma spesso vissuto in solitudine.Per questo è fondamentale riconoscere il legame tra salute mentale e condizione occupazionale, imparando non solo a cercare lavoro in modo strategico, ma anche a proteggere il proprio benessere psicologico durante il processo. Perché cercare lavoro è così stressante? Perché, a differenza di altre sfide della vita, la ricerca di lavoro è un processo senza tempi certi né risposte garantite.Si entra in un loop di incertezza: invii CV, compili form infiniti, personalizzi lettere motivazionali… ma poi? Il silenzio.Non sai quando – o se – riceverai un feedback.E questa attesa indefinita logora. A questo si aggiunge la rejection fatigue: ogni “Le faremo sapere” o mancata risposta è una piccola ferita invisibile che, nel tempo, mina l’autostima e rende sempre più difficile motivarsi. Non è solo un “no”, è un “non sei abbastanza” che si insinua nella mente. Poi c’è il confronto.Sui social – LinkedIn in testa – tutti sembrano ottenere promozioni, fare master prestigiosi, iniziare nuovi lavori. E tu? Con il CV salvato in bozza, ti chiedi se stai sbagliando tutto. Questo confronto costante e distorto amplifica la sensazione di inadeguatezza, anche se non mostra il dietro le quinte delle vite altrui. Il risultato? Ansia da disoccupazione, insonnia, difficoltà di concentrazione e senso di impotenza.Non è solo una percezione soggettiva: diversi studi scientifici hanno dimostrato che la perdita o l’assenza di lavoro può aumentare significativamente il rischio di sviluppare disturbi d’ansia e depressione, e in alcuni casi estremi è stato osservato anche un incremento dei tentativi di suicidio tra chi ha perso il proprio impiego. Riconoscere tutto questo non significa arrendersi.Significa, piuttosto, prendersi cura di sé anche (e soprattutto) durante la ricerca, cercando strumenti, supporto e comunità che possano alleggerire il peso del viaggio. Autostima e disoccupazione: quando l’identità va in crisi Il lavoro, per molti, non è solo uno stipendio.È un pilastro identitario: scandisce la giornata, struttura il tempo, alimenta il senso di utilità sociale e spesso rappresenta uno status riconosciuto all’interno della comunità. Quando viene meno, non è solo il conto corrente a risentirne.A tremare sono anche la nostra autostima e la percezione di chi siamo. L’impatto psicologico della disoccupazione può essere profondo.Anche quando non dipende da colpe individuali – come nel caso di un licenziamento collettivo o di una crisi aziendale – si insinua un senso di fallimento personale, una voce interiore che dice: “Forse non ero abbastanza bravo”. Questo pensiero può diventare una gabbia mentale difficile da scardinare. Con il passare delle settimane o dei mesi, emerge una domanda che turba il sonno di tanti: “Se non lavoro, chi sono?”. Il lavoro, nel bene e nel male, è un pezzo importante dell’identità.La sua assenza può generare un vuoto di senso, che si traduce in perdita di motivazione, isolamento, malinconia. Non è solo una questione emotiva: c’è una relazione diretta tra disoccupazione e calo dell’autostima.E quando l’autostima si abbassa, inviare l’ennesimo CV diventa un’impresa titanica.Si entra in un circolo vizioso dove meno si crede in sé stessi, meno si agisce per cambiare le cose. Uno studio clinico italiano, condotto su un campione di giovani laureati, ha evidenziato come, già dopo i primi mesi di inattività, compaiano segnali preoccupanti: ritiro sociale, disturbi psicosomatici, tristezza persistente, fino a veri e propri episodi ansiosi o depressivi. Parlarne è il primo passo per uscire da questo silenzio interiore.Perché se il lavoro può contribuire alla nostra identità, non può però definirci completamente.E perché la cura di sé inizia anche dalla consapevolezza di non essere soli in questo percorso. Segnali d’allarme da non ignorare Segnale Spiegazione rapida Irritabilità costante Cortisolo alto per “allerta perenne”. Evitamento sociale “Se esco mi chiedono a che punto è la ricerca lavoro…” Pensieri catastrofici “Non troverò mai nulla, sono un fallimento.” Sintomi fisici Mal di testa, tensione muscolare, insonnia. Toolkit anti-ansia: strategie pratiche per ritrovare equilibrio Cercare lavoro può mettere sotto pressione, ma ci sono strumenti semplici e concreti per non lasciarsi travolgere dallo stress e per ritrovare un po’ di equilibrio mentale ogni giorno. Il segreto? Routine strutturate, tecniche semplici e piccole abitudini che fanno la differenza. 5.1 Come gestire lo stress durante la ricerca di lavoro Organizza la giornata con il time-boxing: dedica una fascia oraria precisa alla ricerca – ad esempio, dalle 9 alle 12 – e poi stacca davvero.Fare sport, leggere, cucinare o praticare un hobby non è tempo perso: è recupero mentale, necessario per restare lucidi e motivati. Usa la regola del 10: su 10 annunci letti, candidati solo a quelli dove copri almeno il 70% dei requisiti.Questo ti permette di concentrarti su offerte realistiche, evitando il senso di frustrazione che nasce da invii “a tappeto” senza risposta. E la sera?Digital detox: niente scroll su LinkedIn prima di dormire.La mente ha bisogno di rallentare e uscire dalla modalità confronto. 5.2 Come affrontare l’ansia da colloquio La paura del colloquio è normale, ma gestibile.Inizia con la respirazione 4-4-4: inspira per 4 secondi, trattieni il fiato per altri 4, poi espira lentamente per 4.Fallo un paio di volte prima
Come funziona il tirocinio: guida completa

Immagina di essere su un ponte sospeso tra la scuola (o l’università) e il tuo primo vero lavoro, e vorresti comprendere a pieno come funziona il tirocinio. Quel ponte si chiama tirocinio formativo. Non è ancora il “mondo dei grandi”, ma non è nemmeno più il banco di scuola. È quel momento delicato in cui inizi a capire come si lavora davvero, come funziona un’azienda, cosa significa avere orari, responsabilità, obiettivi. Ma soprattutto, è il momento in cui puoi sbagliare senza rovinarti, imparare osservando, chiedere consigli senza paura di fare brutta figura. Il tirocinio è uno spazio protetto – e fondamentale – per chi si affaccia al mondo del lavoro per la prima volta. È il modo più intelligente per fare esperienza lavorativa vera, senza buttarsi subito nell’oceano aperto dei contratti a tempo indeterminato o dei lavori che “basta che pagano”. Ecco perché ne parliamo. Perché spesso viene sottovalutato, trattato come una formalità. E invece no: il tirocinio può fare la differenza tra restare fermi o iniziare davvero a costruire il proprio futuro. In questa guida al tirocinio, ti spiego tutto in modo semplice e diretto – perché sapere come funziona il tirocinio, quali sono le sue tipologie, i tuoi diritti e doveri, e soprattutto come sfruttare il tirocinio per entrare in azienda dopo il tirocinio, può cambiarti davvero la prospettiva. Non è solo “qualche mese in azienda”. È il primo passo concreto verso il tuo futuro professionale. Cosa significa fare un tirocinio (e perché NON è uno stage qualunque) In Italia capita spesso di sentire parlare di “stage” e “tirocinio” come se fossero la stessa cosa. Spoiler: non lo sono affatto. Lo stage è un termine generico, spesso importato dall’inglese (internship, per intenderci), e viene usato in modo un po’ vago per indicare qualsiasi esperienza di lavoro temporanea, di prova, o legata a un percorso di formazione. Ma non ha un valore legale preciso nel nostro ordinamento. Di fatto, quando qualcuno ti dice “farai uno stage”, non ti sta dicendo molto. Il tirocinio, invece, è tutta un’altra storia. Ha una sua definizione giuridica ben chiara: si tratta di un’esperienza formativa regolata da norme specifiche, con un progetto formativo scritto, firmato da tutte le parti (ente promotore, azienda ospitante e tirocinante), che stabilisce cosa farai, per quanto tempo, con quali obiettivi e chi ti seguirà. In un tirocinio formativo hai sempre almeno un tutor aziendale che ti guida passo passo. Se il tirocinio è curriculare, cioè legato al tuo percorso scolastico o universitario, c’è anche un tutor dell’ente formativo che supervisiona l’esperienza. Questo significa che non sei mai lasciato a te stesso. Capire questa differenza tra stage e tirocinio è fondamentale: ti permette non solo di sapere a cosa stai andando incontro, ma soprattutto di capire quali diritti hai e quali doveri ha l’azienda verso di te. E soprattutto, ti dà gli strumenti per pretendere che quelle tutele vengano rispettate. Perché il tirocinio non è un favore che ti fanno. È un patto formativo con regole ben precise, e sapere come funziona ti mette in una posizione molto più forte. Morale della favola? Chiamalo pure “stage” se vuoi… ma assicurati che sia un vero tirocinio formativo, e non solo una scusa per farti fare fotocopie gratis. Tipologie di tirocinio: quale fa per te? Non tutti i tirocini sono uguali.Prima di accettarne uno “tanto per”, vale la pena capire che tipo di tirocinio fa davvero per te.Ce ne sono tre principali, ognuno pensato per un momento diverso del tuo percorso.Ti spiego quali, con parole semplici. Tirocinio curriculare È quello che si fa durante gli studi, quindi se stai frequentando l’università, un ITS, un master o simili.Serve a collegare la teoria alla pratica: quello che studi in aula lo metti alla prova in azienda.Può durare da 1 a 12 mesi e, anche se il rimborso spese non è obbligatorio, nella pratica molte aziende danno comunque qualcosa – spesso tra i 100 e i 500 euro al mese.Non è il massimo, ma è già un inizio. Tirocinio extracurriculare Questo è il più diffuso tra chi ha finito gli studi (diploma o laurea) e vuole entrare in azienda.Dura in media da 2 a 12 mesi, ma se rientri in categorie considerate “fragili” può durare anche fino a 24 mesi.Qui il rimborso spese è obbligatorio: si parte da almeno 300 fino a 800 euro al mese, in base alla regione.Insomma, non è volontariato, e molte aziende lo usano come primo step per poi fare un contratto vero. Tirocinio di reinserimento È pensato per chi è disoccupato o appartiene a categorie protette, e vuole rientrare nel mondo del lavoro.Può durare dai 3 ai 12 mesi e prevede un rimborso spese obbligatorio, ma con importo variabile.È spesso sostenuto da enti pubblici e può essere una buona occasione per rimettersi in gioco con gradualità, senza pressioni e con supporto. Conoscere queste differenze non è solo una questione tecnica: è ciò che ti permette di scegliere con consapevolezza, evitare fregature e trovare il tirocinio più adatto a te, in base a dove sei nel tuo percorso. E ricorda: non accettare solo per “fare curriculum” Il tirocinio giusto può cambiare il tuo futuro professionale.Se hai dubbi su quale scegliere? Futuriamo è qui proprio per aiutarti a capirlo. I tuoi diritti (e doveri) da tirocinante Fare un tirocinio non significa “farsi sfruttare per imparare qualcosa”.Significa entrare in un patto chiaro, dove tu offri impegno e voglia di imparare, e in cambio hai diritto a condizioni giuste e rispettose. Vediamoli insieme, questi diritti (e doveri), perché conoscerli ti protegge dagli abusi e ti aiuta a vivere l’esperienza con consapevolezza. Diritti del tirocinante 1. Indennità di partecipazioneSe stai facendo un tirocinio extracurriculare, hai diritto a un rimborso spese minimo, stabilito dalla tua Regione.Non è una paga vera e propria, ma è un riconoscimento economico del tuo impegno.E sì, è obbligatorio. 2. Copertura assicurativaDurante il tirocinio sei coperto da INAIL per eventuali infortuni e da una responsabilità civile (RC) per danni involontari.Non è un dettaglio: significa che, in caso di problemi, non sei
Futuriamo 2025: L’Evento che Crea il Tuo Futuro!

Dal 26 al 28 marzo 2025, la Mostra d’Oltremare di Napoli diventerà il punto di riferimento per tutti i giovani tra i 17 e i 25 anni che vogliono dare una svolta concreta al proprio futuro. Se hai appena terminato le scuole superiori o hai concluso il tuo percorso universitario e sei alla ricerca della tua strada nel mondo del lavoro, Futuriamo 2025 è l’evento che fa per te! Un Ponte tra Giovani e Aziende Futuriamo non è solo un evento, ma una vera e propria opportunità per mettere in contatto ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare con aziende alla ricerca di talenti. Negli ultimi anni, molte imprese hanno segnalato la difficoltà nel trovare giovani motivati da inserire nei loro team. Futuriamo risponde proprio a questa esigenza, creando uno spazio in cui il talento incontra le opportunità. Ospiti d’Eccezione per Ispirarti Durante i tre giorni di Futuriamo 2025, vivrai un’esperienza unica dove potrai scoprire nuove prospettive, confrontarti con professionisti e ricevere spunti preziosi per il tuo futuro. Avrai la possibilità di assistere a talk, workshop e incontri coinvolgenti, guidati da personaggi di spicco che ti racconteranno le loro esperienze, i loro errori e come hanno trovato la strada giusta per realizzare i propri sogni. Sul palco si alterneranno talenti provenienti dal mondo della cultura, della musica e dell’imprenditoria, pronti a condividere le sfide che hanno affrontato e i consigli che avrebbero voluto ricevere alla tua età. Ecco alcuni degli ospiti speciali: • Decibel Bellini: speaker e conduttore tra i più apprezzati, con una carica di energia che ti contagia fin dal primo momento.• Roberto Colella: cantautore e musicista, capace di raccontare la città e la quotidianità con parole e note che arrivano dritte al cuore.• NTÒ: rapper e autore riconosciuto a livello nazionale, sempre in prima linea nel dare voce alle proprie idee attraverso la musica.• Daniele Ciniglio: dalla sua routine quotidiana sui social, condivide consigli e riflessioni per motivare chi lo segue a non mollare mai.• Giuseppe Arena: giovane imprenditore e influencer, sa come sfruttare la rete per diffondere messaggi positivi e ispirare i ragazzi a costruirsi un futuro di successo.• Carlo Caracciolo: conosciuto come Charlie, ha trasformato il suo talento in un lavoro, mostrando a tutti che determinazione e creatività possono portare lontano.• Antonio Porcelli: professionista del mondo imprenditoriale, racconta il suo percorso di crescita e svela i segreti per trasformare un’idea in una realtà vincente.• Alessandro Coppola: artista, musicista e creativo, si è fatto strada grazie alla passione per ciò che fa e alla voglia di sperimentare sempre. Ognuno di loro racconterà i momenti più difficili e gli episodi di grande soddisfazione che li hanno portati dove sono oggi. Sarà un’occasione perfetta per farti ispirare, prendere appunti e magari scoprire che anche tu puoi imboccare una via che non avevi mai considerato prima. E se a volte ti senti confuso o indeciso, ricorda che non sei il solo: anche questi professionisti hanno iniziato dal nulla, con sogni da realizzare e mille domande in testa. Preparati a tre giorni intensi, fatti di nuove amicizie, idee stimolanti e tanta voglia di metterti in gioco. Cosa Troverai a Futuriamo 2025 Perché Partecipare? Partecipare a Futuriamo 2025 significa immergersi in un’atmosfera ricca di ispirazione, consigli utili e opportunità di crescita. Puoi trovare la tua strada professionale, conoscere persone che hanno già raggiunto traguardi importanti e magari scoprire un’opportunità di lavoro o di stage che fa al caso tuo. È un’occasione unica per fare chiarezza sul tuo futuro, ampliare la tua rete di contatti e comprendere meglio come muovere i primi passi nel mondo del lavoro. • Se vuoi capire meglio quale percorso professionale intraprendere, qui avrai modo di ascoltare esperti e professionisti che condivideranno le loro esperienze, offrendoti spunti preziosi e mostrando quali strade sono oggi più percorribili. • Se stai cercando un’opportunità di lavoro o stage, potrai incontrare imprese, startup e aziende affermate, pronte a valutare il tuo potenziale e a offrirti la possibilità di iniziare subito a mettere in pratica le tue competenze. • Se vuoi ascoltare storie di successo e ricevere consigli pratici, potrai seguire talk e workshop tenuti da chi ha già raggiunto importanti risultati nel proprio campo. Le loro testimonianze ti aiuteranno a capire come superare le difficoltà iniziali e a trovare la motivazione giusta. • Se vuoi entrare in contatto con aziende e professionisti del tuo settore di interesse, avrai l’occasione di fare networking, costruire relazioni e confrontarti direttamente con chi lavora sul campo. Potrebbe essere il primo passo per avviare la carriera che desideri. Come Partecipare? Non lasciarti sfuggire questa opportunità per dare una marcia in più al tuo futuro. L’ingresso è completamente gratuito, ma i posti per workshop e incontri con le aziende sono limitati. Per garantirti un posto, registrati subito cliccando qui in basso: Non perdere l’occasione di scoprire nuovi orizzonti e trasformare i tuoi sogni in realtà. Futuriamo 2025 ti aspetta!
Stage Lavorativi: un’opportunità vincente per aziende e giovani talenti

Partecipare a stage lavorativi è un’opportunità vincente per aziende e giovani talenti dal momento che il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente. Sempre più realtà aziendali stanno comprendendo il valore degli stage come strumento per scoprire e formare nuove risorse e dall’altro lato, i giovani sono alla ricerca di esperienze pratiche che possano aiutarli a entrare nel mondo del lavoro con competenze concrete. Futuriamo 2025, che si terrà a Napoli alla Mostra d’Oltremare dal 26 al 28 marzo 2025, sarà il punto d’incontro ideale tra aziende e giovani talenti pronti a mettersi in gioco. Scopriamo assieme le diverse informazioni su questo evento e sugli stage lavorativi. Le aziende dovrebbero puntare sugli stage poiché non sono solo un’opportunità per i giovani, ma rappresentano un grande vantaggio anche per coloro che desiderano far crescere il proprio team con risorse nuove e motivate. Avere uno stagista in azienda consente di scoprire nuovi talenti e di valutarne da vicino le competenze e l’attitudine al lavoro. Inoltre, prima di un’assunzione definitiva, lo stage rappresenta un’opportunità preziosa per testare il candidato in un ambiente lavorativo reale, riducendo il rischio di errori nelle assunzioni. L’ingresso di giovani entusiasti e desiderosi di imparare può aumentare la produttività aziendale, grazie al loro contributo di nuove idee e a una prospettiva fresca. Offrire opportunità di stage dimostra inoltre l’impegno dell’azienda nella crescita professionale dei giovani, contribuendo a migliorare la propria immagine e reputazione nel settore. Infine, in molti casi, fornire stage può portare anche benefici economici alle imprese, grazie agli incentivi fiscali previsti per chi investe nella formazione e nell’inserimento di nuove risorse. I giovani dovrebbero candidarsi per uno stage soprattutto perché rappresenta un’esperienza fondamentale per costruire un futuro professionale solido. Acquisire esperienza pratica permette ai giovani di mettere in atto le conoscenze apprese durante gli studi e di comprendere il funzionamento del mondo del lavoro. Inoltre, lo stage offre l’opportunità di creare una rete di contatti utile per future occasioni professionali. Un’esperienza lavorativa ben strutturata migliora significativamente il curriculum e rende il candidato più interessante agli occhi dei recruiter. Molti giovani trovano nello stage anche un’opportunità per esplorare diverse aree lavorative, chiarendo così quale carriera intraprendere. In molti casi, uno stage può trasformarsi in una vera e propria offerta di lavoro a tempo indeterminato, offrendo una stabilità lavorativa a chi dimostra impegno e talento. Futuriamo 2025: il ponte tra aziende e giovani talenti A Futuriamo 2025, le aziende avranno l’opportunità di incontrare centinaia di giovani qualificati, desiderosi di intraprendere il loro primo percorso lavorativo. Questo evento rappresenta un’occasione unica per creare connessioni strategiche e reclutare nuovi stagisti. Le aziende all’evento avranno uno spazio dedicato alla presentazione delle opportunità di stage, la possibilità di effettuare colloqui sul posto per selezionare i candidati migliori, organizzare workshop su strategie per valorizzare il talento giovanile e l’accesso a un database di giovani qualificati e motivati. I giovani talenti avranno l’opportunità concreta di inserirsi in stage in aziende di vari settori, fare colloqui con recruiter e HR specialist, ricevere consigli su come migliorare il proprio curriculum e personal branding e partecipare a workshop su come affrontare un colloquio di lavoro con successo Futuriamo 2025 rappresenta l’occasione perfetta per aziende e giovani di incontrarsi e creare il futuro del lavoro insieme. Se sei un’azienda alla ricerca di talenti o un giovane pronto a fare il primo passo nella carriera, questo evento fa per te! Clicca qui per partecipare. Sei un giovane che cerca lavoro, ma non sai da dove iniziare? Registrati ora e vieni a conoscere chi potrebbe offrirti la carriera che sogni! Clicca qui per partecipare. Non perdere questa opportunità! Segna la data in agenda e preparati per un evento che potrebbe cambiare il tuo futuro professionale.
Capacità di problem solving: la competenza più richiesta a lavoro

Hai mai sentito parlare di capacità di problem solving, la competenza più richiesta a lavoro? Scopriamo assieme le aziende 2025 cosa cercano nei colloqui di lavoro. Ti è mai capitato di affrontare una situazione complessa senza sapere da dove iniziare? Magari un imprevisto durante un progetto di gruppo, un compito che sembrava impossibile da risolvere o un problema tecnico con cui non avevi mai avuto a che fare. Ecco, in questi momenti entra in gioco il problem solving, una competenza che le aziende cercano sempre più nei giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro. Se hai tra i 17 e i 25 anni e ti trovi in quella fase in cui non sai bene che direzione prendere, sviluppare la capacità di problem solving potrebbe fare la differenza nel tuo percorso. Ma in cosa consiste davvero questa abilità? E come puoi migliorarla per farti notare dalle aziende? Problem solving significato Il significato di problem solving è la capacità di identificare un problema, analizzarlo e trovare soluzioni efficaci. Le aziende cercano giovani in grado di: • Affrontare situazioni nuove con spirito critico. • Risolvere imprevisti senza farsi prendere dal panico. • Trovare soluzioni innovative invece di fermarsi davanti alle difficoltà. • Collaborare con il team per superare ostacoli. Pensa a quanto sia utile questa skill in qualsiasi settore: dal marketing alla tecnologia, dalla logistica al customer care. Qualsiasi lavoro richiede una certa dose di capacità di analisi e risoluzione di problemi. Sviluppare la tua capacità di problem solving Sviluppare la tua capacità di problem solving non è difficile, se dovessi pensare di non essere un “problem solver”, non preoccuparti: è una competenza che si può allenare! Ecco alcuni consigli pratici: Futuriamo 2025: il tuo trampolino di lancio per il lavoro Se vuoi testare e migliorare la tua capacità di problem solving, Futuriamo 2025 è l’evento perfetto per te. Dal 26 al 28 marzo alla Mostra d’Oltremare di Napoli, avrai la possibilità di: -Incontrare aziende alla ricerca di giovani talenti. -Partecipare a workshop e simulazioni di lavoro per mettere alla prova le tue competenze. -Ascoltare esperti del settore che ti daranno consigli concreti per il tuo futuro. -Scoprire quali sono le competenze più richieste oggi nel mercato del lavoro. Non importa se non hai ancora esperienza lavorativa: dimostrare che sai risolvere problemi in modo efficace ti darà un vantaggio competitivo enorme rispetto ad altri candidati. Preparati al meglio per il tuo futuro! Ora che sai quanto è importante il problem solving, inizia ad allenarlo ogni giorno! Più lo svilupperai, più sarai pronto a far colpo sulle aziende e a trovare la strada giusta per il tuo futuro. Vuoi sapere di più su Futuriamo 2025? Seguici per restare aggiornato su tutti i dettagli dell’evento e preparati a trasformare il tuo talento in opportunità concreta. Prenota il tuo posto ora, l’ingresso è gratuito!
Diplomato o Universitario: scopri come lavorare con le nuove tecnologie

Sei un diplomato o universitario: scopri come lavorare con le nuove tecnologie. Scegliere il settore tecnologico è una scelta che può cambiare la tua vita e darti infinite opportunità per il futuro. Questo è il mondo in cui nascono e crescono tutte le innovazioni che rendono la nostra vita più semplice, veloce e connessa. Si parla di tutto ciò che riguarda internet, app, videogiochi, intelligenza artificiale, robot, realtà virtuale, energie rinnovabili e molto altro. Ogni giorno nascono nuove soluzioni che trasformano il nostro modo di lavorare, studiare, comunicare, curarci e divertirci. La tecnologia evolve alla velocità della luce, portando innovazioni che fino a poco tempo fa sembravano fantascienza. Pensa a quante cose sono già parte della tua vita quotidiana:Smartphone e app che usi ogni giorno, come Spotify, TikTok e Instagram, che ti permettono di connetterti, ascoltare musica e condividere momenti con il mondo intero. L’intelligenza artificiale che ti aiuta con un semplice comando vocale, come Siri o Alexa, rendendo tutto più immediato e accessibile. Videogiochi sempre più immersivi, con grafiche ultra-realistiche e interazioni incredibili che ti trasportano in mondi virtuali mozzafiato. Robot e automazione che rendono le fabbriche e i negozi più efficienti, velocizzando i processi e migliorando il nostro modo di produrre e acquistare. Auto elettriche e nuove tecnologie per l’energia pulita, che stanno rivoluzionando la mobilità e il nostro impatto sull’ambiente. Le professioni nel settore nuove tecnologie Se ami la tecnologia, le possibilità per il tuo futuro sono infinite! Puoi diventare uno sviluppatore di app o siti web, creando le piattaforme che usi ogni giorno come social o negozi online. Se ti interessa proteggere i dati e fermare gli hacker, puoi specializzarti in cybersecurity e diventare un vero “guardiano digitale”. Ami i videogiochi? Come designer di videogiochi potrai immaginare e creare mondi fantastici e storie emozionanti. Se ti appassionano i robot, lavorare come ingegnere di robotica ti permetterà di costruire macchine che aiutano le persone nella vita di tutti i giorni. Se ti affascina il futuro, da specialista in intelligenza artificiale potrai insegnare alle macchine a risolvere problemi e prendere decisioni intelligenti. Scegliere di lavorare nel settore delle nuove tecnologie significa puntare su un futuro pieno di possibilità. La tecnologia è il cuore del cambiamento: sta trasformando il mondo in cui viviamo e continuerà a farlo, aprendo sempre nuove strade. È un lavoro che ti permette di collaborare con persone diverse e di unire creatività, capacità tecniche e strategie per creare qualcosa di unico. Inoltre, è un settore che offre ottime opportunità economiche, perché le aziende cercano sempre più esperti capaci di innovare. Ma, soprattutto, è un campo creativo e dinamico, dove puoi inventare idee e soluzioni che fanno davvero la differenza nella vita delle persone. Se vuoi un lavoro che ti dia libertà, stimoli e un impatto concreto sul futuro, la tecnologia è la scelta giusta per te! Sai che partecipando a Futuriamo 2025 puoi incontrare tante aziende del settore nuove Tecnologie? Se sei appassionato di intelligenza artificiale, sviluppo software, cybersecurity, realtà virtuale o innovazioni digitali, questo è l’evento giusto per te! Cosa potrai fare a Futuriamo 2025? +Incontrare aziende leader del settore e scoprire cosa cercano nei giovani talenti.+Partecipare a workshop interattivi su AI, programmazione, automazione e molto altro.+Scoprire le professioni del futuro e capire come trasformare la tua passione in una carriera.+Candidarti per stage, tirocini e opportunità di formazione direttamente con le aziende. Se vuoi scoprire come trasformare la tua passione per la tecnologia in una carriera ti aspettiamo a Futuriamo 2025 dal 26 al 28 Marzo alla Mostra d’Oltremare a Napoli. Qui potrai incontrare esperti, conoscere le opportunità del settore e fare il primo passo verso il tuo futuro! Non dimenticare di prenotare il tuo posto, l’ingresso è gratuito!